Livinallongo 2008

Nonostante sia nato a Milano ho origini bellunesi, così fin da bambino frequento le Dolomiti, prima in villeggiatura con i genitori, poi dopo un periodo di rigetto adolescenziale, per libera scelta .

 

Anno dopo anno ho visitato tutte le località più o meno note, la valle di Livinallongo o Fodom in ladino l'ho sempre considerata più come una via di passaggio per raggiungere passo Pordoi che come una meta vera e propria.

 

Quest'anno,grazie anche all'insistenza di mia moglie, abbiamo deciso di trascorrerci un paio di settimane tra Agosto e Settembre e mi sono dovuto ricredere.

Scegliendo il paesino di Ornella ho potuto vivere due settimane immerso nella natura, con tanto di caprioli e cervi a pascolare sotto casa,e a pochissima distanza dalle più belle vette delle Dolomiti.

Alla testata della valle si trova il gruppo del Sella che sovrasta il paese di Arabba da cui partono le salite per  i passi Pordoi e Campolongo che mettono in comunicazione il Fodom rispettivamente con le valli di Fassa e Badia e valicando il passo Sella con la val Gardena.

La valle è chiusa ai lati dal gruppo del Padon (che la separa dal passo Fedaia e dalla Marmolada) e dal Col di Lana, e sbocca nell'alto Agordino quindi vicino a monti quali Civetta, Lagazuoi e appunto Marmolada.

 

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Come ho scritto sopra durante queste vacanze mi è spesso capitato di incontrare animali selvatici, marmotte, caprioli, ,volpi, cervi, camosci,

scoiattoli e topolini. Molto più difficile è fotografarli e soprattutto fotografarli bene.

Di seguito qualche immagine di questi fuggevoli incontri...

Proprio a fianco della bella casetta che abbiamo affittato per 2 settimane passa la via alpina , cioe' il percorso che collega Montecarlo a Trieste, utilizzando i sentieri di montagna, per traversare tutte le Alpi.

Una mattina mi sono alzato che ancora non era sorto il sole e ho percorso un tratto del sentiero fino al rifugio Padon.

Ho potuto così ammirare l'alba, incontrare lungo il percorso caprioli, camosci, marmotte e anche una volpe e arrivare al rifugio da dove si gode una fantastica vista sul ghiacciaio della Marmolada, prima che la funivia che lo collega a passo Fedaia entrasse in funzione, godendomi con calma lo spettacolo.

Ritornando a casa ho incontrato l'unica persona (a parte il personale del rifugio) dell'escursione: un attempato e solitario escursionista svizzero che partito dal Lichenstein stava percorrendo la via alpina per raggiungere Trieste con cui ho scambiato nel mio stentato inglese alcune impressioni sui luoghi attraversati.

 

A pochi km dalla nostra casetta c'è il passo Falzarego,importante valico che mette in comunicazione Cortina d'Ampezzo con la Val Badia, l'Agordino e, appunto, la valle di Livinallongo.

Da qui sono partito insieme alla famiglia per una escursione ad anello che passando per forcella Averau, ci ha portato al rifugio omonimo per poi salire sulla cima del Nuvolau e tornare al punto di partenza passando vicino alle Cinque Torri.

Con tutti questi au finali sembra di essere in Sardegna piuttosto che sulle Dolomiti, comunque è una camminata di grande soddisfazione con pendenze relativamente modeste , servita da numerosi rifugi ove poter pranzare o riparare in caso di brutto tempo.

Unico problema, soprattutto nei pressi dei rifugi che spesso sono dotati di impianti di risalita, è dovuto alla quantità di gente, magari in canotta e zoccoli, presente sui sentieri.

Il percorso si snoda per lunghi tratti lungo le trincee della prima guerra mondiale al cospetto di cime quali la Tofana di Rozes, il Lagazuoi, le cime di Fanis teatro di aspri combattimenti tra italiani e austriaci . 

Un aspetto che mi e' piaciuto particolarmente del Fodom è la rete di stradine che percorrono la valle mettendo in comunicazione paesini minuscoli e masi isolati con la statale.

Percorrendo queste stradine di montagna, a volte asfaltate a volte no, sono arrivato in luoghi fantastici dove il tempo sembra essersi fermato, anche se le parabole attaccate ai muri in pietra dei masi ci ricordano di tanto in tanto che siamo nel XXI secolo.

Vista la vicinanza abbiamo compiuto diverse escursioni sul gruppo del Sella raggiungendo i rifugi, come ad esempio il Bec de Roces, il Kostner al Vallon o semplicemente percorredo i tornanti delle strade effettuando una specie di sellaronda automobilistico.

il percorso sicuramente più facile è quello che, da passo Campolongo porta al rifugio Bec de Roces con una comoda mulattiera.

Abbiamo compiuto la passeggiata nel tardo pomeriggio di una giornata piuttosto nuvolosa e gli sprazzi di sole, che di tanto in tanto bucavano le nuvole, ci hanno regalato scorci bellissimi sul gruppo del Setsass, sul Sasso della Croce e le altre cime della Val Badia mentre dalla parte opposta la vista spaziava sui profili, leggermente in controluce, della Marmolada del Civetta e del Pelmo.

Per salire al Rifugio Kostner al Vallon, invece, abbiamo raggiunto Corvara in Badia e, tramite due impianti di risalita, siamo saliti in quota per poi percorrere l'ultimo tratto a piedi fino al rifugio.

In questo caso abbiamo approfittato di una magnifica giornata di sole, che ci ha permesso di mangiare al sacco fermandoci a metà del sentiero che percorre la cengia del Sella fino al Pordoi.

Dopo aver riempito la pancia con gli ottimi panini preparati da Laura e gli occhi con i bellissimi panorami, siamo tornati sui nostri passi allungandoci fino al lago Boe' per poi ridiscendere a Corvara.

Per un'altra bellissima gita abbiamo, invece, percorso parecchi chilometri in auto.

Siamo arrivati,infatti,nella zona delle pale di San Martino e più precisamente in Val Venegia, dove quest'inverno abbiamo compiuto una stupenda escursione con le ciaspole nei boschi pieni di neve.

Il luogo ci piacque così tanto che abbiamo deciso di tornarci in estate per compiere una camminata da malga Venegia fino a Baita Segantini, bellissimo rifugio posto al cospetto del Cimon della Pala e da cui si possono ammirare tutte le vette della zona.

 

Una delle cime più particolari delle Dolomiti è il Sassopiatto, che con quel suo enorme piano inclinato domina l'alpe di Siusi ed è visibile anche dalla val Gardena e dalla val di Fassa.

Proprio grazie alla sua forma peculiare è possibile raggiungerne la cima con un semplice per quanto ripido sentiero.

Così una mattina mi sono svegliato prestissimo in modo da raggiungere il rifugio Sella ancora con il buio e, dopo aver parcheggiato l'auto, ho incominciato a camminare per il sentiero Federico Augusto in direzione del rifugio Sassopiatto da dove parte il sentiero per la cima.

Arrivato in una posizione favorevole ho scattato diverse foto, approfittando della luce dell'alba, ai monti circostanti mentre un paio di gheppi volavano sopra di me in cerca di prede.

 

Dopo questa prima sosta proseguo lungo il sentiero fermandomi di tanto in tanto a scattare qualche immagine ai panorami che cambiano rivelandomi monti e valli che prima erano nascosti.

Raggiungo il rifugio Salei poi il Federico Augusto ed il Pertini e finalmente il  Sassopiatto. Ai rifugi una tappa è d' obbligo per scaldarsi un pò e per mettere i timbri sulle cartine topografiche (ebbene si, lo ammetto, ho 'sta mania dei timbri!!), e per dare un'occhiata ai locali che man mano che passa il tempo diventano sempre più affollati.

 

Dal rifugio Sassopiatto incomincio la salita per la cima, è ancora abbastanza presto e sono l'unico lungo il sentiero.

Le nuvole si fanno sempre più minacciose e cammino in mezzo ad una fitta nebbia che mi preclude il panorama.

Ad un certo punto perdo il sentiero e proseguo dritto per dritto verso l'alto fino ad arrivare in cresta dove con prudenza mi sporgo verso l'enorme anfiteatro che formano le cime del gruppo del Sassolungo, poco sopra di me, sulla sinistra, la cima.

Un ultimo sforzo per raggiungerla, ma il vento gelido e le nuvole non mi permettono di godermi un pò di riposo e dopo 2 foto ricordo preferisco ritornare alla forcelletta più riparata dove ero poco prima.

Da qui vedo, sulla destra, un'altra vetta raggiunta dal sentiero che avevo perso più in basso.

La raggiungo e ridiscendo verso il rifugio incontrando lungo la strada tantissimi escursionisti meno mattinieri di me .

A chi non ama scarpinare sui sentieri, consiglio di visitare il castello di Andraz, raggiungibile in macchina dalla strada che collega Pieve di Livinallongo al passo Falzarego.

Oltra il castello consiglio di passeggiare tra le case con le finestre adorne di gerani della piccolissima frazione. Con un pò di fortuna, potrete vedere, sul prato a destra della stradina, qualche marmotta correre nell'erba.

A pochi chilometri dal Fodom ci sono anche i paesi dell'alto Agordino come Caprile sulla strada per Agordo  e Rocca Pietore all'inizio della salita per il passo Fedaia, passando la sera si può ammirare l'enrosadira sull'enorme parete del Civetta.

 

Ormai il periodo di vacanze sta per finire ma rimane il tempo per l'ultima escursione in montagna, cioè la salita in cima al Lagazuoi tramite il sentiero attrezzato kaiserjager.

Il sentiero parte dal forte austriaco situato tra i passo Falzarego e Valparola, e ricalca la via usata dai soldati austriaci per salire alle loro posizioni di trincea sul Lagazuoi.

All'inizio della salita ho potuto osservare e fotografare un numeroso gruppo di camosci e una famigliola di marmotte che mi osservava sospettosa dalla tana tra le rocce.

Più avanti il sentiero si snoda tra le trincee austriache della prima guerra mondiale mentre i passaggi più delicati sono messi in sicurezza da nuove strutture come un divertente ponticello lungo una decina di metri che scavalca un burrone.

Più si sale, più la vista si apre, sino ad arrivare in cima dove si può godere di un panorama fantastico, certo è più comodo salire in funivia (come hanno fatto mia moglie e le mie figlie) ma vuoi mettere la soddisfazione!!!

Raggiunta la cima e riunitomi con la famiglia abbiamo proseguito verso il rifugio dove abbiamo pranzato.

Per la discesa a passo Falzarego, ho percorso le lunghissime gallerie che gli alpini italiani hanno scavato nella roccia con lo scopo di collegare in sicurezza le postazioni e di arrivare sotto le postazioni austriache per farle saltare con le mine.

Non oso immaginare le sofferenze patite da tanti uomini costretti a vivere e a combattere in quelle condizioni.

Nel caso vogliate provare l'esperienza dotatevi di torcia frontale e siate prudenti perchè, nonostante le gallerie siano bene attrezzate, è facilissimo scivolare in quei budelli umidi e bui.

 

 

 

 

 

Ormai il periodo di vacanze è finito, si torna a milano con ancora negli occhi le splendide luci che queste montagne sempre regalano