Gran Paradiso Marzo 2009

Cinque valli in quattro giorni

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Dopo tanta attesa è arrivato il giorno della partenza per una breve vacanza nel parco nazionale del Gran Paradiso.

Io e mia moglie Laura lasciamo Milano che è ancora buio, raggiunta l'autostrada il panorama si apre, grazie ad una rara giornata dall'aria tersa, su tutte le Alpi.La ciliegina sulla torta è una splendida luna piena bassa all'orizzonte che piano piano tramonta dietro alle vette innevate.

Arrivati ad Aosta, facciamo una piccola deviazione per la Valpelline, una bella vallata sulla strada per il Gran S.Bernardo da dove si gode un bellissimo panorama sul gruppo del Gran Paradiso.

C'è tantissima neve, pochissima gente e dato che la valle è ancora in ombra un gran freddo, cosi facciamo una piccola sosta a Bionaz e prendiamo un caffè a Ollomont, un altro paesino della valle.

Il sole spunta dalle vette ad oriente e mi fermo a scattare alcune foto al bel paesaggio.

 

Riprendiamo la strada per la val di Rhemes e alle undici raggiungiamo il Boule de neige, l'albergo che abbiamo scelto per il nostro breve soggiorno nel paesino di Chanavey.

Dopo esserci sistemati raggiungiamo Bruil, il paese ove d'inverno la strada si interrompe, e ci sfamiamo con un bel piatto di polenta concia e salsiccia in un piccolo ristorante.

Dopo pranzo ci incamminiamo verso la testata della valle grazie ad un sentiero battuto nella neve altissima.

il paesaggio è fantastico, penso di non aver mai visto tanta neve in vita mia, nel fondovalle qua e là spuntano piccoli villaggi semisepolti dalla coltre bianca, piu su i boschi di larici e altissime, a sfiorare il cielo, le vette che superano abbondantemente i tremila metri di altezza

Arriviamo al bel laghetto di Pellaud, la neve nel bosco è piena di tracce ma non riusciamo a scorgere nessun animale.

Proseguiamo ancora verso il villaggio di Thumel, in questa stagione disabitato, poi torniamo indietro un pò per la stanchezza e un pò per il pericolo di slavine.

Mi diverto lungo il cammino a scattare alcune scorci al paesaggio innevato.

Verso sera riusciamo a vedere, in alto su un ripido pendio innevato, un gruppo di stambecchi e di camosci, strappare la poca erba rinsecchita che spunta tra le rocce libere dalla neve.

Noi più comodamente rientriamo in hotel dove ceniamo al caldo con le ottime portate dell'albergo, poi ci ritiriamo in camera per un meritato riposo. Prima di addormentarsi un pensiero va a chi, uomo o animale, non ha la possibilità di godere di tutti questi agi.

 

Il giorno seguente mi sveglio prestissimo per scattare qualche foto approfittando della luce dell'alba.

Ecco i risultati....

Rientro in albergo, una abbondante colazione in compagnia di Laura e partiamo per la Valsavarenche, bellissima vallata posta nel cuore del parco al cospetto delle cime più alte del gruppo.

Durante il tragitto incontriamo (grazie al colpo d'occhio di Laura che riesce a scorgerli sui pendii ai lati della strada)  numerosi animali, soprattutto camosci, che riesco a fotografare da vicino, a volte dal finestrino dell'auto a volte scarpinando per ripidi pendii innevati con il rischio di qualche brutta scivolata.

Proprio avvicinandomi a piedi mi accorgo che gli animali in Gran Paradiso sono molto confidenti e permettono di scattare fotografie a distanze impensabili in altri luoghi

Nonostante le frequenti soste, alla fine arriviamo a Pont, ove termina la strada della Valsavarenche.

Dopo una breve pausa caffe al rifugio posto nei pressi del posteggio, continuiamo a piedi grazie ad un sentiero battuto nella neve alta.

Camminiamo tra il bianco della neve al cospetto delle altissime cime del Gran Paradiso che spiccano nell'azzurro intenso del cielo. Siamo soli a parte qualche sciatore sulla pista di fondo, ben presto il sentiero si inoltra nel bosco, girandomi verso il rifugio, appena sopra il tetto ecco un altro camoscio che si nutre delle poche cose che trova tra la neve.

Purtroppo è quasi mezzogiorno, l'ora peggiore per fotografare a causa della luce molto dura, tento comunque qualche foto.

La neve comincia a cedere sotto i piedi ed è ora di mettere qualcosa sotto i denti per cui torniamo al rifugio.

 

Dopo pranzo incontriamo, nei pressi del rifugio, due guardiaparco a cui chiediamo informazioni sui luoghi della valle ove è più probabile incontrare gli stambecchi.

Uno di loro è Enzo Massa Micon( www.alteluci.it ), ottimo fotografo e organizzatore di workshop fotografici. Gentilissimo e cordiale ci da delle indicazioni che si riveleranno utilissime.

Salutati Enzo ed il collega prendiamo l'auto per dirigerci a Tignet, un piccolo villaggio a metà della valle, nei pressi del quale dovrebbe stazionare un imponente stambecco di 12 anni.

Il tempo di fare 2 curve, che un giovane e spaventatissimo camoscio si butta in mezzo alla strada, per fortuna riesco ad evitarlo e a scattare alcune foto prima che si dilegui nel bosco.

Emozionati per l'improvvisa apparizione proseguiamo verso il paese di Tignet, appena arriviamo alla stradina che sale alla frazione, Laura vede un paio di camosci e li vicino l'imponente stambecco di cui ci ha parlato Enzo Massa.

Fermo la macchina e incomincio a scattare un sacco di foto, alcune delle quali potete vedere di seguito.

Riprendiamo l'auto e dopo un paio di tornanti in salita, arriviamo ai villaggi di Tignet e Nex distanti tra loro un centinaio di metri.

Camminiamo un pò tra gli antichi chalet ristrutturati ancora sommersi dalla neve, poco sopra i paesini ecco un altro imponente stambecco.

Dopo la breve passeggiata riprendendo l'auto incontriamo per la strada un paesano speciale.

Contenti della bella giornata ritorniamo alla base, una bella doccia, un' ottima cena e poi a nanna presto.

 

La mattina dopo partiamo per la val Grisanche, una valle parallela alla val di Rhemes posta fuori dal parco, proprio al confine con la Francia.

Durante il percorso in auto non incontriamo quasi nessuno, il posto è molto bello ma arrivati alla fine della strada troviamo una grossa diga che rovina il paesaggio.

Il parcheggi sono pieni di auto (stamane ce la siamo presa un po' comoda con l'orario), inoltre in paese c'è una base di eliski con l'elicottero che fa avanti e indietro per portare gli sciatori in cime alle vette altrimenti raggiungibili con grandi sforzi.

La cosa rovina un pò l'atmosfera idilliaca della valle così dopo una breve camminata decidiamo di ritornare in val di Rhemes .

 

Arrivati a Chaveney, mangiamo un panino ed affittiamo delle ciaspole con cui facciamo una passeggiata nei boschi pieni di neve.

Qui incontriamo un bel camoscio che riesco ad avvicinare camminando nella neve alta con le ciaspole e a fotografarlo da vicino senza spaventarlo.

Dopo la bella passeggiata torniamo in albergo, per la cena e il meritato riposo.

Ormai siamo arrivati all'ultimo giorno, quello del ritorno a Milano, ma perchè non approfittare delle ultime ore al Gran Paradiso per qualcosa di speciale?

Così mi sveglio che è ancora notte e, dopo aver raggiunto il paesino di Bruil in macchina, incomincio a camminare verso il casotto di Sort ne bosco illuminato dalla luce della luna.

Il cielo è limpido e nel cielo brillano milioni di stelle, nel silenzio del bosco solo il suono dei miei passi, nonostante la temperatura sia al di sotto dello zero non ho freddo, ci pensa la salita a riscaldarmi.

Mi fermo agli chalet che ho raggiunto con Laura ieri pomeriggio per un paio di foto in notturna.

Poi proseguo ancora ma il buio e la neve che copre le indicazioni non aiutano l'orientamento così, ad un certo punto decido di fermarmi su un ripido pendio privo di alberi per ammirare l'alba.

Verso le sette di mattina passa per il bosco un gruppo di scialpinisti, mi unisco a loro e salgo ancora un po' fino ad arrivare presso la cima del " castel del cuco" uno sperone roccioso che domina Bruil.

Qui incontro un paio di camosci che mi fermo a fotografare e poi vista l'ora ridiscendo a valle e torno in albergo per preparare la partenza.

Dopo aver caricato la macchina ci dirigiamo verso Cogne, anche oggi la giornata è splendida cosi, dopo una passeggiata in paese, strapieno di turisti raggiungiamo la vicinissima Valnontey.

Parcheggiamo la macchina e percorriamo il fondovalle a piedi grazie ad un sentiero di neve battuta che ci consente di camminare agevolmente.

Anche qui i turisti sono numerosi, ma più camminiamo più l'affollamento diminuisce, raggiungiamo un paio di piccole frazioni disabitate e proseguiamo fino a che la neve alta ci impedisce di continuare.

 

Proprio quando siamo in procinto di tornare ecco apparire una bellissima volpe che, senza nessuna paura si avvicina permettendomi di fotografarla da vicino.

E' la ciliegina sulla torta che rende questi fantastici quattro giorni in Paradiso veramente indimenticabili.

Dopo quattro giorni e cinque valli non ci resta che tornare, con la mente piena di bellissimi ricordi, alla nostra grigia Milano.