Belluno 2009

Ritorno alle origini

Anche quest'anno passero' alcuni giorni di vacanza a Trichiana, un paese tra Belluno e Feltre, luogo di origine della mia famiglia da parte materna.

Nel corso degli anni ho avuto con questi luoghi un rapporto prima di amore, da bambino, infatti, trascorrevo qui i mesi estivi,camminando per i boschi, facendo il bagno nelle pozze dei torrenti e aiutando per quel che potevo nei lavori della campagna; poi di odio.. quando da adolescente, avrei preferito andare in vacanza altrove.

Ora torno a Trichiana assai volentieri per rivedere i luoghi della mia infanzia, per ritrovare i parenti e per la vicinanza con quelle stupende montagne che sono le Dolomiti. 

Il primo giorno di vacanza, oltre al viaggio che si svolge senza intoppi, è dedicato alla sistemazione della casa e alla visita ai parenti.

Il secondo giorno la mattina  faccio un salto ad un piccolo torrente, la Tiora, che scorre ad un chilometro da casa, mi diverto a fotografare i giochi che l'acqua compie tra i sassi e i muschi del greto con tempi di scatto lunghi per evidenziarne il movimento.

  

Nel pomeriggio, invece,prendiamo l'auto e raggiungiamo il passo Duran che mette in comunicazione l'Agordino con la val Zoldana.

Da qui arriviamo, con una piacevole scarpinata, dapprima alla casera Duran, ormai non più caricata, e poi al rifugio Bruto Carestiato ai piedi della Moiazza.

La giornata è splendida e ci godiamo il panorama sulla cresta delle Masenade che sovrasta il rifugio sulle cime di san Sebastiano e sul Tamer dall'altra parte della valle 

Vorremmo cenare al rifugio per poi scendere la sera, purtroppo il rifugio è pieno e non ci può ospitare così nel tardo pomeriggio riscendiamo al passo e ceniamo da Soro Dorotei un famoso alpinista che ora gestisce il rifugio dedicato a Cesate Tomè.

Finito di cenare, uscendo per tornare a casa, mi accorgo che è sorta la luna. Il panorama, già bellissimo prima, è ora sublime e mi metto a scattare una foto dopo l'altra con buona pace di mia moglie Laura e delle mie due figlie Chiara e Sara, che aspettano rassegnate.

Arriviamo a casa che è notte, un po' stanchi ma soddisfatti della bella giornata di monti e sole.

 

In montagna le belle giornate sono merce preziosa, così dopo esserci svegliati e aver visto il cielo azzurro, decidiamo di partire alla volta del passo Staulanza, al cospetto del Civetta e del Pelmo. Da qui con un facile sentiero raggiungiamo prima la malga Fiorentina poi il rifugio città di Fiume, ove si può godere di una magnifica vista sul monte Pelmo.

Dopo aver pranzato nella accogliente stube del rifugio proseguiamo camminando lungo un bel sentiero tra boschi e mughete fino ad una forcella detta Forada. Da qui la vista spazia sulla valle del Boite e sul gruppo delle Marmarole.

Dopo esserci riposati un poco scendiamo di nuovo al parcheggio sotto passo Staulanza e riprendiamo l'auto per proseguire verso la val Fiorentina dove ci fermiamo nei paesi di Santa Fosca e Selva di Cadore per ammirare il Pelmo e il Civetta da un'altra prospettiva.

Torniamo quindi alla base passando da Caprile e da Agordo.

 

Dopo aver dedicato 2 giorni all'Agordino e alla val Zoldana oggi decidiamo di recarci in valle del Mis, nel cuore del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Prima facciamo un giretto ai cadini del Brenton, cioè le vasche di evorsione (dette anche marmitte dei giganti) che il torrente Brenton crea precipitando a valle.

Un sentierino molto ben realizzato dall'ente parco conduce, dal piccolo giardino botanico alla scoperta delle cascatelle di acqua limpidissima che nei secoli hanno scavato la roccia creando delle piscine naturali.

Dopo la passeggiata lungo il torrente attraversiamo il ponte sopra il lago del Mis (desolatamente in secca) per raggiungere sull'altro versante della valle la bellissima cascata della Soffia.

La cascata è formata da un'altro affluente del Mis che precipita in una grotta creando,per lo spostamento d'aria, all'entrata della grotta stessa un soffio d'aria da cui il nome del luogo.

Lungo il percorso incontriamo una bella farfallina che riesco a fotografare mentre vola tra fiori colorati 

In tarda mattinata rientriamo a casa per pranzare, quindi nel pomeriggio, riprendiamo l'auto per fare un giretto sulle montagne dietro casa.

Ripercorrere quelle strade per me ha sempre un significato particolare, sono le stesse strade, gli stessi boschi, gli stessi prati che percorrevo da bambino e da ragazzo a piedi o in bicicletta per andare a funghi, per fare il fieno o semplicemente per scoprire posti nuovi.

Quanto sono cambiati questi luoghi e quanto sono cambiato anch'io.

In montagna (sempre meno sfruttata per il pascolo e l'agricoltura) è aumentata  la superficie coperta dai boschi, fatto che ha contribuito alla ricomparsa di cervi e caprioli; eccone due che ho fotografato dall'auto.

Un altro luogo facilmente raggiungibile da Trichiana è l'altopiano del Nevegal.

Da qui si gode di un fantastico panorama sulle Dolomiti bellunesi, sul lago di Santa Croce e per i più volenterosi raggiungendo la cima del col Visentin si arriva a vedere,nelle giornate limpide, la laguna di Venezia.

Noi ci siamo limitati ad una breve passeggiata fino al giardino botanico alpino che, visto il periodo, era quasi completamente sfiorito. Cio' nonostante la passeggiata è stata molto piacevole e ci ha riservato qualche incontro interessante se pur un po' inquietante 

Proprio l'ultimo giorno di permanenza a Belluno abbiamo compiuto l'escursione più impegnativa.

Partiti la mattina presto abbiamo raggiunto il Vajont dove ci siamo fermati per scattare alcune foto quindi siamo scesi in Val Cimoliana, nel cuore delle Dolomiti Friulane, arrivando al rifugio Pordenone.

La giornata è splendida, le cime che dominano questa valle incontaminata brillano nel cielo azzurro così lascio Laura con le ragazze (per niente interessate a salire 900 m di dislivello) al rifugio e mi incammino sui ghiaioni per giungere al bivacco Perugini situato al cospetto del famosissimo campanile di val Montanaia.

E' stata una strana sensazione ripercorrere i sentieri e ammirare le montagne descritte così bene nei libri di Mauro Corona, mi fermo spesso per scattare qualche foto al paesaggio e ai fiori che incontro lungo il percorso.

Sento le voci degli alpinisti che scalano l'enorme siluro di dolomia e finalmente arrivo al bivacco dove mi concedo un panino e un po' di riposo chiaccherando con gli altri escursionisti, prima di scendere di nuovo a valle  

Con questa escursione chiudiamo alla grande il breve periodo passato a Belluno, domani partiamo per la seconda parte della vacanza che trascorreremo a Sesto Pusteria di fronte ad alcune tra le più belle cime delle Dolomiti.