Dolomiti di Sesto 2009

Dentro la cartolina !!!

E' arrivato il momento di partire da Trichiana per raggiungere l'Alta Pusteria dove passeremo una settimana di vacanza tra alcune delle più belle e famose cime dolomitiche.

Percorriamo rapidamente la Val Belluna, passiamo il Piave a Ponte nelle Alpi e raggiungiamo Pieve di Cadore dove ci fermiamo per una breve visita al paese.

Proseguiamo in direzione del Comelico fino a raggiungere il passo Monte Croce che fa da confine tra il Veneto e l'Alto Adige.

L'idea era quella di fermarci per mangiare qualcosa ma incomincia a piovere così decidiamo di percorrere gli ultimi chilometri e di andare direttamente a Sesto Pusteria.

Troviamo rapidamente la casetta dove passeremo le vacanze, è situata in una posizione splendida ed è tenuta benissimo, la proprietaria ci offre anche una fantastica lienzertorte come benvenuto.

Il morale è alle stelle nonostante i goccioloni che piovono dal cielo.

 

Il pomeriggio andiamo a fare un po' di shopping sotto l'acqua a S.Candido, fortunatamente verso sera il tempo migliora e possiamo ammirare un bellissimo tramonto

Ci svegliamo presto, il tempo è migliorato e anche se il cielo è coperto da una miriade di nuvolette le previsioni meteo prevedono una giornata di sole.

Ci rechiamo quindi con l'auto fino alla funivia con la quale saliamo a 2060 m sulle pendici del monte Elmo.

Dalla stazione a monte della funivia le Dolomiti di Sesto ci appaiono in tutta la loro bellezza, e in basso i bellissimi prati della valle appaiono come bizzarri poligoni con varie sfumature di verde.

Scesi dalla funivia raggiungiamo con una comoda stradina bianca il rifugio Gallo Cedrone, e da qui saliamo con un ripido sentiero fino alla cima del Monte Elmo dove è situata una ex casermetta della guardia di finanza.

Dalla cima,dove passa il confine Italo Austriaco si gode un splendido panorama a 360° che comprende oltre alle Dolomiti anche le alpi Pusteresi e le alpi Austriache.

Dalla cima dell'Elmo scendiamo lungo la cresta di confine verso il Sillianerhutte situato per pochi metri in territorio austriaco.

A metà del percorso capitiamo nel bel mezzo di una messa in montagna con tanto di schutzen in costume tirolese.

Proseguendo sul sentiero arriviamo al Sillianerhutte dove pranziamo sulla terrazza gustando le ottime specialità tirolesi, godendo dello splendido corollario di cime che brillano al sole.

Dopo pranzo camminiamo ancora un po' fino a raggiungere alcuni ruderi di fortificazioni austriache risalenti alla prima guerra mondiale.

Poco sotto il sentiero ecco i fischi delle marmotte che per nulla preoccupate dei turisti corrono da una tana all'altra. 

Con calma torniamo sui nostri passi fino a raggiungere la funivia per scendere a valle.

La sera ci godiamo la tranquillità della nostra casetta e piano piano vediamo scendere la notte sulla valle.

Anche il nuovo giorno è pieno di sole e varrebbe la pena organizzare un'altra escursione ma decidiamo di prendercela comoda e di andare a fare qualche spesa in paese.

Nel pomeriggio ci rechiamo dapprima in val Campo di Dentro, una delle "porte" di accesso al parco naturale delle Dolomiti di Sesto.

Questa bellissima valle si insinua tra il gruppo del Baranci sulla sx orografica e il gruppo degli Scarperi sulla dx, è caratterizzata nella parte iniziale da dolci prati a larice con caratteristiche baite in legno utilizzate per il ricovero degli attrezzi da lavoro

 

Verso sera ci rechiamo verso la val Fiscalina, un'altra valle laterale che permette di accedere alla zona delle Tre cime di Lavaredo.

Dopo aver lasciato l'auto nel grande parcheggio ci incamminiamo su un comodo sentiero in piano fino alla capanna di fondovalle un rifugio che con le ultime modifiche di capanna ha ben poco.

La valle è splendida circondata com'è dalle cime della meridiana di Sesto, tra cui spicca la Croda dei Toni o Cima 12 che chiude la valle.

Un paio di anni fa il luogo è salito agli onori delle cronache nazionali a causa di un'enorme frana che ha interessato la Cima Una e i cui effetti si possono vedere chiaramente anche oggi.

Di seguito alcune foto della valle all'ora del tramonto, quando svuotandosi dei tanti turisti che la visitano, ritorna alla tranquillità che le è propria.

Tornati a casa chiudiamo la giornata ammirando un altro tramonto spettacolare

Oggi mi alzo prestissimo per compiere un'escursione impegnativa che mi porterà partendo dalla val Campo di Dentro fino alle Tre Cime di Lavaredo.

Giù dal letto alle 4,30, un veloce colazione, alcuni chilometri in macchina e, alle 5 e un quarto, sono al parcheggio della val Campo di Dentro.

Prima di iniziare a scarpinare  scatto qualche foto alle cime di Sesto e degli Scarperi ancora avvolte nell'oscurità, quindi mi incammino, illuminando il sentiero con la lampada frontale, verso il rifugio Tre Scarperi.

Dopo una prima parte in salita la valle si spiana, raggiungo il rifugio, vista l'ora ancora chiuso, e proseguo verso il monte Mattina che chiude la valle.

Ora il sole incomincia ad illuminare le cime ma la valle è ancora in ombra, basta fermarsi un attimo per scattare qualche foto che il freddo si fa sentire.

Giunto ai piedi del monte Mattina il sentiero riprende a salire deciso, incontro 3 o 4 vitelli e sento il belare di un branco di pecore, di tanto in tanto qualche cincia si fa vedere tra i rami delle conifere.

Arrivo ad un cancelletto per il bestiame e passandolo mi sembra di lasciare le sicurezze della civiltà ed entrare nel solitario mondo delle montagne.

Sulla destra le pareti del monte Mattina si illuminano e ad ogni minuto la luce cambia volto alle cime mettendo in evidenza o celando torri e pinnacoli.

Proprio mentre cammino su un tratto di sentiero aperto sotto l'enorme parete mi raggiunge il sole, è un esplosione di colori:

i prati prima spenti ora brillano grazie ai miliardi di goccioline di rugiada, cosi come i verdi larici ed i più scuri cirmoli, una vampata di calore mi avvolge e mi ridà vigore. 

 

Continuo a salire fino ad una prima sella, ora il paesaggio si apre sui prati di alta quota, gli alberi sono sempre più radi al massimo incontro qualche mugheta.

Osservo bene i pascoli ed i ghiaioni per scorgere qualche camoscio ma la mia ricerca rimane delusa, mi accontento (si fa per dire) del fantastico panorama ora dominato dalla bellissima Torre degli Scarperi e dei fiori che incorniciano il sentiero.

Proseguendo lungo il sentiero che ora si sviluppa su una specie di altopiano, raggiungo la base della torre di Toblin da cui mi si apre il panorama sulle Tre Cime di Lavaredo.

Numerosissime sono le tracce delle postazioni risalenti alla prima guerra mondiale, dappertutto trincee, fili spinati, fondamenta di baracche e ricoveri.

Raggiungo con un sentiero elementare la cima del Sasso di Sesto, altura posta sopra al rifugio Locatelli, da cui si gode un fantastico colpo d'occhio su tutte le montagne della zona.

Scatto tantissime foto alle Tre Cime, al Paterno, ai laghi dei Piani, alla torre di Toblin, alla Croda Rossa, approfittando della gentilezza di una turista tedesca mi faccio anche fotografare in mezzo a tanta bellezza.

Dal sasso di Sesto scendo fino ai laghi dei Piani per scattare qualche immagine, poi raggiungo il rifugio Locatelli dove recupero le energie spese mangiandomi un buonissimo piatto di polenta formaggio e salsiccia.

Prima di uscire mi faccio spiegare dal simpatico gestore del rifugio il cammino per il ritorno, sulla carta un tratto del percorso è segnato come attrezzato, e non voglio correre il rischio di trovarmi in difficolta'.

Rassicurato dalle informazioni ottenute, mi incammino su di un sentiero che passa sotto il Sasso di Sesto inoltrandosi in un altipiano solcato da innumerevoli trincee risalenti alla 1a guerra mondiale.

Fa una certa impressione pensare che in mezzo a questi bellissimi monti, ora pieni di turisti, 94 anni fa si combatteva e si moriva. 

 

Dopo aver girovagato tra le trincee riprendo il sentiero n°11 che mi porta, passando dal passo dell'alpe Mattina proprio sotto alla Torre degli Scarperi.

Da qui si può ammirare l'impressionante scarpata, formata dall'altopiano su cui sorgono le Tre Cime di Lavaredo, che precipita nella sottostante val Rimbon.

Dato che è ancora presto me la prendo con calma e mi fermo spesso per fotografare o semplicemente per riposare i piedi massacrati dagli scarponi.

Proprio durante una sosta mi ritrovo in mezzo ad un prato con centinaia di stelle alpine, che mi  limito a riprendere senza coglierne nessuna essendo un fiore protetto.

Piu' avanti il sentiero si fa impervio e scendo aiutandomi con delle funi metalliche fissate alle rocce.

Ora mi trovo sotto la strapiombante parete della Croda dei Rondoi e rapidamente perdo quota sino a ritornare in val Campo di Dentro, al rifugio Tre Scarperi e quindi al parcheggio.

Ritorno a casa stanco ma soddisfatto della bella giornata trascorsa tra le montagne più belle del mondo.

Nei giorni successivi il tempo peggiora, il cielo coperto da nuvoloni neri e gli scrosci di pioggia non invitano a fare lunghe escursioni.

Facciamo così visita a Brunico con il suo bel centro storico, a Dobbiaco dove visitiamo anche il centro parco delle Dolomiti di Sesto e ci inoltriamo fino a Lienz in Austria una piacevole cittadina piena di negozi e monumenti.

Nei giorni di tempo perturbato abbiamo anche fatto qualche breve passeggiata sulle pendici del monte Elmo alla scoperta dei masi dispersi tra pascoli e boschi.

Incredibile la cura con cui viene tenuta la montagna, qui tutto è curato dalla mano dell'uomo dando vita ad un peculiare paesaggio culturale.

Tantissimi sono anche i Crocefissi e le Edicole votive che si incontrano lungo i sentieri o vicino ai masi, simboli di una fede semplice e profonda.

Durante queste passeggiate abbiamo incontrato anche qualche capriolo oltre che uccellini, farfalle e insettini vari, ecco qui qualche scatto che sono riuscito a catturare.

Un pomeriggio ci siamo recati al passo monte Croce di Comelico, che segna il confine con la provinca di Belluno.

Dopo una breve passeggiata nei dintorni del passo, abbiamo ripreso l'auto e tramite una ripidissima strada di montagna abbiamo raggiunto prima malga Coltrondo e poi il rifugio/malga Rinfreddo.

Verso sera le nuvole si sono alzate offrendoci scorci spettacolari sulle cime del Popera al tramonto.

Abbiamo fatto anche conoscenza con il malgaro da cui abbiamo comprato dell'ottimo formaggio e con il suo simpatico gatto che si è lasciato coccolare volentieri.

Lungo la strada del ritorno abbiamo incrociato una femmina di capriolo con due piccoli che abbiamo avuto la possibilità di vedere per pochi momenti prima che si ritirassero nel fitto del bosco

Un' escursione dopo l'altra i giorni sono passati e siamo arrivati all'ultima giornata di vacanza in val Pusteria.

Il meteo dopo la pioggia dei giorni precedenti fa ben sperare così decido di utilizzare ogni secondo di tempo prima della partenza per Milano prevista per domani.

Incomincio con lo svegliarmi molto presto e salire ai masi Egge, luogo visitato anche nei giorni precedenti, sulle pendici del monte Elmo.

La speranza è di fare ancora foto alla meridiana di Sesto e magari di incrociare qualche animale selvatico.

Quando arrivo le cime imbiancate di neve sono arrossate dal sorgere del sole mentre la valle è coperta dalle nuvole, scatto tantissime foto che mi ripagano della levataccia.

Quando torno a casa il sole brilla anche sui prati della valle, una veloce colazione, e si parte tutti insieme per il rifugio Tre Scarperi in val Campo di Dentro.

Fa molto freddo, di notte è nevicato sulle cime e la valle è ancora in ombra, così entriamo nel rifugio per scaldarci un po'; mi è sempre piaciuta l'atmosfera dei rifugi la mattina presto, quando ancora non sono arrivati gli escursionisti di giornata,è bello scambiare due chiacchere tranquille con i rifugisti, ossevare le foto e i cimeli appesi ai muri, tutto è quieto, sonnacchioso, rilassante.

Più tardi ci inoltriamo nella valle risalendo un ghiaione arriviamo ai piedi di una cascatella, il sole ora ci scalda e ci fermiamo li ad osservare i fiori e il panorama.

Torniamo a casa per pranzare, il tempo di mettere sotto i denti qualcosa e riparto, questa volta da solo,  per la val Fiscalina.

Ultimo giorno da vivere intensamente con l'escursione che progettavo da mesi, mentre esco di casa sento il grido inconfondibile di una poiana, alzo gli occhi e la vedo volare sopra di me, lo prendo come un segno portafortuna: sarà una giornata indimenticabile.

Arrivo al parcheggio di Piano Fiscalino dove lascio la macchina, rapidamente raggiungo la capanna di fondovalle  e da qui incomincio a salire l'alta valle verso il rifugio  Zsigmondy Comici.

Davanti a me lo sperone roccioso della Lista sovrastata dalla Croda dei Toni a sinistra le pareti della cima Undici mentre il sentiero si snoda sotto le pareti del Pulpito Alto.

In quindici giorni di crode mi sono fatto una bella gamba e supero file di escursionisti più lenti che poi mi riprendono quando mi fermo per scattare qualche foto.

 

Finalmente raggiungo il rifugio Comici, il luogo dove sorge il ricovero è veramente bellissimo, la croda dei Toni è talmente vicina che sembra di poterla toccare con un dito.

Purtroppo il rifugio è stracolmo di escursionisti, così mi limito a timbrare le cartine e a scattare qualche foto e riparto per il Plan di Cengia, la prossima tappa del giro.

Ora il sentiero è molto meno frequentato e assai più comodo da percorrere con saliscendi poco impegnativi.

Il panorama sui monti ancora, se possibile più aperto e interessante,

arrivo al Pian di cengia e mi fermo nel piccolo rifugio per una bella tazza di the e un po' di riposo.

Riprendo a camminare verso le Tre Cime di Lavaredo su un bel sentiero che taglia un ghiaione.

Sotto di me si aprono alcuni laghetti alpini che con la luce del tardo pomeriggio assumono bellissimi colori.

In lontananza ecco apparire anche la cappella del Rifugio Locarelli la mia prossima meta.

 

Arrivo al rifugio verso sera, l'ora giusta per godere della luce del tramonto sulle Tre Cime.

Con calma scatto qualche foto, scambio qualche chiacchera con gli escursionisti che passeranno la notte al Locatelli e cerco di recuperare le energie.

C'è una atmosfera calma e rilassata, i sentieri ormai deserti disegnano le loro traiettorie sui ghiaioni, una coppia di turisti si gode l'enrosadira seduta solitaria su un precipizio.

 

Il tempo passa inesorabile e, con dispiacere , devo incominciare a scendere a valle, così mi incammino costeggiando i Laghi dei Piani.

Scatto le ultime foto approfittando della luce calda del tramonto quindi ripongo la reflex nello zaino e scendo per la val Sassovecchio.

A metà percorso anche le ultime luci abbandonano il sentiero e così accendo la pila frontale per illuminare il cammino, anche un piccolo incidente a quest'ora non sarebbe semplice da risolvere .

Comunque raggiungo senza intoppi la capanna di fondovalle e poi ancora una mezz'ora per arrivare al parcheggio e scendere a casa, stanchissimo ma felice dell'ultima giornata passata tra le crode.

E' arrivato il giorno del ritorno a Milano, salutiamo le Dolomiti di Sesto e ci mettiamo in macchina.

Percorriamo tutta la val Pusteria, arrivati a Valdaora deviamo per il passo Furcia e scendiamo a S.Vigilio di Marebbe.

Da qui imbocchiamo la val Badia fino a S.Martino dove incominciamo a salire verso il passo delle Erbe, luogo con un panorama fantastico sul Putia.

Arrivati al passo posteggiamo la macchina e raggiungiamo utia Fornella un piccolo rifugio dove, dopo esserci ripresi dai mille tornanti percorsi, ci concediamo l'ultimo assaggio delle specialita Altoatesine della stagione.

Proprio davanti al rifugio ci sono un sacco di piante di mirtillo selvatico, così finiamo il pranzo con un po' di piccoli frutti che piu' freschi di così non si può.

Riprendiamo l' auto e scendiamo in val di Funes, forse la più bella valle del Sudtirolo, dove facciamo tappa prima a Col poi a Ranui dove sorge la super fotografata chiesetta di S.Giovanni.

Dopo aver scattato un bel po' di foto ci rimettiamo in marcia, questa volta senza più tappe intermedie verso la grigia Milano.